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Immagine del redattoreMarina Clemente

Il buio... A chi non ha mai fatto paura!

A me si, tanto e lo ricordo come se fosse oggi...


Non ero nemmeno tanto piccola, forse 6 anni ed ero terrorizzata al pensiero di attraversare solo una stanza poco illuminata, pensate doverci passare la notte...


Al buio mi sembrava che tutti gli oggetti si trasformassero, deformassero per diventare qualcosa di non più familiare, in cui la mia immaginazione prendeva il sopravvento e quello che a luce Chiara, era per me una certezza, in assenza, invece, assumeva un aspetto terrificante.


Potrei riproporvi tante teorie sulla paura del buio, ma quelle si possono trovare tranquillamente su internet, mentre, secondo me, per capire bene è necessario ricordare quello che provavamo di fronte a questo mostro nero che sembrava inghiottirci.


Forse i miei genitori, seguivano la teoria delle "terapie d'urto", un po' come quegli assurdi libri americani che ti insegnano a restare tranquillo, mentre il tuo bambino piange perché non sa ancora addormentarsi da solo...


Si più o meno così..


Ecco, certamente, non vorrei passasse il messaggio che il bambino non debba imparare l'autonomia nel sonno, ma secondo me, questo mostro nero, il buio, va attraversato insieme, ascoltato col fiato sospeso, in punta di piedi pronti per scappare, insieme però; pronti a ritornare per starci di più, per osservarlo da più vicino e per abbracciarlo...


Al nido, per questo, giochiamo col buio, perché così ci fa meno paura.


con " Con affetto e coraggio" Marina

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